Siamo Abubu
Ciao! Siamo María, Pablo e María Elisa e ti racconteremo come siamo passati dalla fredda città finanziaria di Madrid alla fondazione di un’azienda con il cuore, ma prima …
Ci presentiamo!
“Il mio nome è Maria …
… E poco più di tre anni fa ho accettato un’offerta come responsabile dell’Area Finanziaria in un Gruppo del settore sanitario. La mia squadra aveva 34 persone. Era pazzesco, ma erano meravigliosi. Pablo faceva parte del mio “zoccolo duro”. Sono rimasto affascinato dalla sua onestà, dal suo idealismo estremo, dal suo sacrificio e dalla sua generosità. Sono stato anche toccato da quell’aria incosciente che aveva, come uno scienziato pazzo. Sono rimasto colpito dalla sua abilità professionale nei confronti di María. Ma soprattutto la sua maturità e forza, con circostanze personali complicate e lontananza dalla sua famiglia. Ti amo tanto. Sono i miei “altri” figli.
Quanto a me, le scuse non sono più valide. Grazie ad un periodo molto difficile a livello professionale che mi ha quasi fatto toccare il fondo, oggi finalmente comincio a lottare per ciò in cui credo. Ho un mio progetto che è allineato con i miei valori. Così vedo Abubu: un luogo dove posso aiutare in modo più umano”.
“Io sono Pablo…
… E non appena ho finito l’Università ad Alicante ho intrapreso un progetto di agricoltura ecologica. Non ha funzionato. Oggi sono felice di aver dovuto fare le valigie a Madrid. L’azienda in cui ho iniziato era nuova e il team era fantastico. So di poter parlare a nome di tutti quando dico che la persona migliore che potessimo trovare era Maria. Combattiamo molto insieme. Sono cresciuto con lui, ho vissuto e imparato cose che mi hanno reso quello che sono. Lei e María Elisa sono la mia famiglia.
Da allora non ho dimenticato cosa si provava a intraprendere: l’illusione di imparare, di lottare per un sogno e di cambiare il mondo. O almeno un pezzo. Quando Elena mi ha chiesto di creare Abubu, non ho esitato un secondo. Ho più desiderio che mai. Inoltre, recentemente ho perso mia nonna e so che sarebbe orgogliosa di vedermi qui”.
“Mi chiamo Maria Elisa…
… Ma qui in Spagna mi chiamano María. Vengo dal Venezuela. Lavoro come pianificatore di risorse aziendali nel settore sanitario dal 2015. Ho conosciuto Pablo grazie a mio cugino, ma ha finito per essere sempre lì: lavorando, nei bar, condividendo l’auto… Avrei dovuto conoscere Maria prima perché lei avrebbe dovuto addestrarla in un programma. Ma l’ha imparato da sola. Ho capito la sua dimensione più tardi, quando abbiamo dovuto lavorare fianco a fianco. E contro il tempo. Sono stati momenti di tensione e lei è diventata il mio più grande supporto.
Oggi sono grato per tutto ciò con cui siamo cresciuti. Sia professionalmente che personalmente. Forse se non avessimo vissuto tutto questo non saremmo saltati su Abubu. Sono entusiasta della mia squadra. Spero di averti al mio fianco per molto tempo”.
In una delle torri più alte e “distruttive” di Madrid, tra la fretta, i caffè e i compiti che non finiscono mai, ci siamo chiesti…
Che fine hanno fatto i valori?
È questo che volevamo portare al mondo?
È per questo che hanno combattuto i nostri genitori e i nostri nonni?
Perché…
Il mondo in cui viviamo, chi lascia?
A loro, appunto. Ci siamo resi conto che questo ambiente freddo li negava. Che questo era un mondo che non apparteneva a loro, per il quale non contavano e che veniva lasciato nell’oblio. Che questo modo di vivere li allontanava gradualmente da noi.
Questo progetto è il nostro modo di connetterci con loro e farli rimanere.
Così nacque Abubu.
